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Dati demografici
Uso del suolo
Natura e biodiversitĂ
Impianti a rischio
Consumi energetici
Parco veicolare
MobilitĂ
Emissioni in atmosfera
QualitĂ dell'aria
Consumi di acqua e perdite di rete
Acque di balneazione
Aree portuali
Rifiuti urbani
Inquinamento elettromagnetico
Inquinamento acustico
Radon nelle abitazioni
Turismo
Ecolabel
Inquinamento Indoor
Buone pratiche Sostenibilita
Strumenti di Pianificazione locale
Porti
Indicatore
=
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Popolazione residente (n° abitanti)
Densità demografica (n° abitanti/km2)
Verde urbano pubblico (% sulla superficie comunale)
Verde urbano pubblico pro capite (m2/ab)
Superficie delle ZPS sul totale della superficie di competenza dell’amministrazione locale (ha)
Esistenza di studi inerenti alla biodiversitĂ animale
Superficie di aree naturali protette sul totale della superficie di competenza dell’amministrazione locale (%)
Superficie dei SIC sul totale della superficie di competenza dell’amministrazione locale (ha)
Numero di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante presenti nel territorio comunale
Numero di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante presenti in una fascia di 2 km oltre il territorio comunale
Numero di stabilimenti a rischio d’incidente rilevante presenti nel territorio provinciale
Consumo di energia elettrica per uso domestico (kWh per utenza)
Consumo di energia elettrica per uso domestico (kWh per abitante)
Consumo di gas metano per uso domestico e per riscaldamento (mÂł per abitante)
Autovetture/1000 ab
Autovetture Euro 4 (%)
Autovetture a gasolio (%)
Autovetture > 2000 cc (%)
Motocicli/1000 ab
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 0 (%)
Superficie in m2 delle aree pedonali per 100 abitanti (escluse le aree dei fabbricati)
Superficie in m2 delle ZTL per 100 abitanti
Stalli di sosta a pagamento su strada (per 100 abitanti)
Stalli di sosta in parcheggi di corrispondenza (per 1000 autovetture circolanti)
Utilizzo del trasporto pubblico (n° passeggeri trasportati annualmente dai mezzi pubblici per abitante)
DisponibilitĂ di piste ciclabili (metri ogni 1000 abitanti)
Industria
Edilizia e urbanistica
Energia
Agricoltura
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
Presenze a livello provinciale
Arrivi a livello provinciale
Numero di stazioni suddivise per tipologia (traffico, fondo)
Valore medio annuo minimo (µg/m3)
Valore medio annuo massimo (µg/m3)
Media delle medie annuali
Numero massimo di superamenti dei valori limite
Giorni di superamento della soglia di informazione
Giorni di superamento della soglia di allarme
Giorni di superamento dell'obiettivo a lungo termine per la protezione della salute umana
Consumo di acqua per uso domestico (m3/ab)
Perdite di rete (%)
Carico nominale (abitanti equivalenti)
ConformitĂ agglomerato (conforme/non conforme)
Carico collettato (%)
Carico trattato (%)
Lunghezza della costa (km)
Costa non controllata (km)
Costa controllata (km)
Merci movimentate totali (tonnellate)
MobilitĂ
Rifiuti
Territorio e paesaggio
Numero di passeggeri di linea e croceristi
Rifiuti urbani prodotti (t*1000)
Produzione pro capite di rifiuti urbani (kg/ab anno)
Percentuale di raccolta differenziata (%)
Estensione delle linee elettriche (km) <40 kV
Numero di stazioni o cabine di trasformazione primarie
Numero impianti di radiotelecomunicazione (RTV)
Numero di superamenti dei valori di riferimento per campi elettrici e magnetici generati da elettrodotti
Valori massimi di campo magnetico rilevati
Azioni di risanamento ELF concluse
Rinfuse liquide
Rinfuse solide
Valori massimi di campo elettrico rilevati
Azioni di risanamento RTV e SRB concluse
Piano di classificazione acustica (anno di approvazione)
Regolamenti attuativi classificazione acustica (anno approvazione)
Piano urbano del traffico (anno approvazione)
Relazione biennale acustica (anno approvazione)
Piano di risanamento acustico (anno approvazione)
Numero di misure effettuate
Numero di abitazioni con concentrazione di radon >200 Bq/m3
Numero di abitazioni con concentrazione di radon >400 Bq/m3
Numero di alberghi
Numero di esercizi ricettivi complementari
Posti letto totali per 100.000 abitanti
Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti
Numero posti letto alberghieri per km2
Strategie integrate e partecipate
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
Permanenza media in giorni
Numero di licenze rilasciate con marchio Ecolabel
Numero di autovetture circolanti
Numero di autovetture Euro 0
Numero di autovetture Euro 1
Numero di autovetture Euro 3
Numero di autovetture Euro 4
Autovetture Euro 0 (%)
Autovetture Euro 1 (%)
Autovetture Euro 2 (%)
Autovetture Euro 3 (%)
Autovetture a benzina (%)
Autovetture a gpl (%)
Autovetture a metano (%)
Numero di autovetture a benzina
Numero di autovetture a gpl
Numero di autovetture a metano
Numero di autovetture a gasolio
Autovetture fino a 1400 cc (%)
Autovetture 1401-2000 cc (%)
Numero di autovetture fino a 1400 cc
Numero di autovetture 1401-2000 cc
Numero di autovetture oltre 2000 cc
Numero di motocicli circolanti
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 1 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 2 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 3 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 4 (%)
LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 5 (%)
Numero LDV (Veicoli commerciali leggeri fino a 3,5 t.) Euro 0
Numero di autovetture Euro 2
Numero di superamenti dei valori di riferimento relativi a RTV e SRB
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
Numero medio di stanze per residente
Percentuale di fumatori(%)
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
Incidenza di casi di legionellosi
Estensione delle linee elettriche (km) 40 - 150 kV
Estensione delle linee elettriche (km) 220 kV
Estensione delle linee elettriche (km) 380 kV
Numero impianti di radiotelecomunicazione (SRB)
Numero di stazioni o di trasformazione secondarie
Impianti fotovoltaici in esercizio finanziati tramite Conto Energia 2005-2009, (potenza in kW - aggiornamento al 03/11/2009)
Stima top down - emissioni PM10 primario da industria (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da altro (t)
Stima top down - emissioni PM10 primario da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni NOx da industria (t)
Stima top down - emissioni NOx da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni NOx da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni NOx da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni NOx da altro (t)
Stima top down - emissioni NOx da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni COVNM da industria (t)
Stima top down - emissioni COVNM da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni COVNM da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni COVNM da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni COVNM da altro (t)
Stima top down - emissioni COVNM da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni SOx da industria (t)
Stima top down - emissioni SOx da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni SOx da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni SOx da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni SOx da altro (t)
Stima top down - emissioni SOx da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni CO da industria (t)
Stima top down - emissioni CO da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni CO da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni CO da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni CO da altro (t)
Stima top down - emissioni CO da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da industria (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da altro (t)
Stima top down - emissioni C6H6 da agricoltura e foreste (t)
Stima top down - emissioni NH3 da industria (t)
Stima top down - emissioni NH3 da riscaldamento (t)
Stima top down - emissioni NH3 da trasporto su strada (t)
Stima top down - emissioni NH3 da altri trasporti (t)
Stima top down - emissioni NH3 da altro (t)
Stima top down - emissioni NH3 da agricoltura e foreste (t)
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 55 e 59 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 60 e 64 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 65 e 69 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 70 e 74 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden > 75 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 45 e 49 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 50 e 54 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 55 e 59 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 60 e 64 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 65 e 69 dBA
Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight > 70 dBA
Superficie impermeabile (ha)
Percentuale di superficie impermeabile (%)
Aumento assoluto percentuale annuo di superficie impermeabile (relativo all'area comunale) (%)
Aumento relativo percentuale annuo di superficie impermeabile (relativo alla superficie impermeabile della prima rilevazione) (%)
Incremento annuo della superficie impermeabile (ha)
consumo di suolo procapite annuo (mq/ab)
IntensitĂ d'uso relativa ai due anni della rilevazione (ab/ha)
Numero incidenti stradali
Costa inquinata (km)
Costa balneabile (km)
Costa controllata rispetto alla costa totale (%)
Costa balneabile rispetto alla costa totale (%)
Costa balneabile rispetto alla costa controllata (%)
Costa insufficientemente campionata (km)
Superficie territoriale (km2)
DensitĂ comunale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
DensitĂ provinciale degli stabilimenti a rischio di incidente rilevante
Contenitori
Ro/Ro
Altre merci
Movimentazione contenitori
Passeggeri di linea
Croceristi
Turismo
Merci movimentate totali (tonnellate)
Numero di passeggeri di linea e croceristi
Rinfuse liquide
Rinfuse solide
Contenitori
Ro/Ro
Altre merci
Movimentazione contenitori
Passeggeri di linea
Croceristi
Anno
=
Selezionare
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Urbane
Tema
Indicatore
Valore
Unita'
di misura
Anno
Fonte
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di fumatori(%)
23.40
%
2002
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
29.70
%
2003
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di fumatori(%)
25.00
%
2003
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
25312.00
€/anno
2003
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
27008.00
€/anno
2004
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Incidenza di casi di legionellosi
0.13
n° di casi/residenti*100.000
2005
Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
37.00
%
2005
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di fumatori(%)
22.20
%
2005
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
28400.00
€/anno
2005
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Incidenza di casi di legionellosi
0.90
n° di casi/residenti*100.000
2006
Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
38.80
%
2006
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di fumatori(%)
21.60
%
2006
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
29936.00
€/anno
2006
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Incidenza di casi di legionellosi
0.72
n° di casi/residenti*100.000
2007
Elaborazioni ISPRA su dati Ministero della Salute e ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)
43.70
%
2007
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Percentuale di fumatori(%)
21.20
%
2007
ISTAT
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
32144.00
€/anno
2007
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
Cagliari
Inquinamento Indoor
Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità . Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.
Reddito annuale necessario per acquistare una casa di buona qualitĂ
34464.00
€/anno
2008
Elaborazioni ISPRA su dati dell'Osservatorio sul Mercato Immobiliare di Nomisma
Cagliari
Porti
Passeggeri di linea
1846122.00
n°
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Numero di passeggeri di linea e croceristi
2210769.00
n°
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Movimentazione contenitori
1265593.00
TEU
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Merci movimentate totali (tonnellate)
44873109.00
t
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Altre merci
6359880.00
t
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Croceristi
364647.00
n°
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Contenitori
12280434.00
t
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Rinfuse solide
9107852.00
t
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Rinfuse liquide
17124943.00
t
1998
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Passeggeri di linea
2118219.00
n°
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Numero di passeggeri di linea e croceristi
2687343.00
n°
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Movimentazione contenitori
1233817.00
TEU
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Merci movimentate totali (tonnellate)
45867318.00
t
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Altre merci
7246542.00
t
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Croceristi
569124.00
n°
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Contenitori
11884234.00
t
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Rinfuse solide
9182588.00
t
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Rinfuse liquide
17553954.00
t
1999
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Passeggeri di linea
2368152.00
n°
2000
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Numero di passeggeri di linea e croceristi
2765668.00
n°
2000
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Movimentazione contenitori
1500632.00
TEU
2000
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Cagliari
Porti
Merci movimentate totali (tonnellate)
50805339.00
t
2000
Elaborazioni ISPRA su dati AutoritĂ Portuali e Assoporti
Pag.
di 515
Dati 19361 a 19400 di 20596
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