Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lnight tra 45 e 49 dBA
|
758.00
|
ab
|
1997
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
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Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden > 75 dBA
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211.00
|
ab
|
1997
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 70 e 74 dBA
|
1045.00
|
ab
|
1997
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 65 e 69 dBA
|
1015.00
|
ab
|
1997
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 60 e 64 dBA
|
1066.00
|
ab
|
1997
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Studio su popolazione esposta al descrittore acustico Lden tra 55 e 59 dBA
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1251.00
|
ab
|
1997
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Piano di risanamento acustico (anno approvazione)
|
2001.00
|
anno
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Piano urbano del traffico (anno approvazione)
|
2002.00
|
anno
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
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Piano di classificazione acustica (anno di approvazione)
|
1998.00
|
anno
|
2008
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
|
Piano di risanamento acustico (anno approvazione)
|
2001.00
|
anno
|
2009
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
|
Piano urbano del traffico (anno approvazione)
|
2002.00
|
anno
|
2009
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Si tratta dell’inquinamento legato agli agenti fisici (rumore ed onde elettromagnetiche) e dell’inquinamento negli ambienti confinati (in particolare il radon). L’attenzione a questi temi è cresciuta di recente, a causa della presa di coscienza che l’inquinamento legato a questi fattori può avere effetti sulla salute.
Per ciò che riguarda il rumore, si tratta un indicatore ambientale e sanitario ancora sottovalutato, a causa soprattutto della soggettività della percezione uditiva. Nella vita quotidiana di una metropoli il rumore è un’esperienza comune. La principale sorgente risulta essere il traffico stradale, a questa si aggiungono i locali notturni e di ristorazione situati nei centri storici delle città , le varie attività ricreative (partite, concerti, manifestazioni), le attività artigianali e industriali. Anche se allo stato attuale non esiste alcuna evidenza che il rumore, in particolare da traffico, possa provocare danni all’apparato uditivo, il disturbo sulle popolazioni può essere lo stesso molto significativo per effetti di natura socio-psicologica (disturbo, annoyance). Un clima acustico migliore è dunque un obiettivo comune a molte realtà urbane e la valutazione dell’inquinamento acustico è infatti inserita in numerosi progetti di sintesi di qualità ambientale.
|
Piano di classificazione acustica (anno di approvazione)
|
1998.00
|
anno
|
2009
|
Elaborazioni ISPRA su dati ARPA/APPA
|
Aosta
|
Turismo
|
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
|
27.30
|
n°/ab
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
|
6.50
|
n°/ab
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Presenze a livello provinciale
|
3304.00
|
n°*1000
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Arrivi a livello provinciale
|
782.00
|
n°*1000
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Permanenza media in giorni
|
4.20
|
giorni
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
|
64.20
|
%
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Numero posti letto alberghieri per km2
|
81.00
|
n°/km2
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti
|
5057.00
|
(n°/ab)*100000
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto totali per 100.000 abitanti
|
7882.00
|
(n°/ab)*100000
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Numero di esercizi ricettivi complementari
|
9.00
|
n°
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Numero di alberghi
|
29.00
|
n°
|
2002
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
|
28.60
|
n°/ab
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
|
7.10
|
n°/ab
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Presenze a livello provinciale
|
3496.00
|
n°*1000
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Arrivi a livello provinciale
|
869.00
|
n°*1000
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Permanenza media in giorni
|
4.00
|
giorni
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
|
63.80
|
%
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Numero posti letto alberghieri per km2
|
81.00
|
n°/km2
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti
|
5052.00
|
(n°/ab)*100000
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto totali per 100.000 abitanti
|
7915.00
|
(n°/ab)*100000
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Numero di esercizi ricettivi complementari
|
12.00
|
n°
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Numero di alberghi
|
29.00
|
n°
|
2003
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Presenze totali su popolazione residente a livello provinciale
|
26.00
|
n°/ab
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Arrivi totali su popolazione residente a livello provinciale
|
6.70
|
n°/ab
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Presenze a livello provinciale
|
3198.00
|
n°*1000
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Arrivi a livello provinciale
|
826.00
|
n°*1000
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Permanenza media in giorni
|
3.90
|
giorni
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|
Aosta
|
Turismo
|
Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)
|
71.40
|
%
|
2004
|
Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT
|