Monza

Turismo

Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)

57.30

%

2007

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Numero posti letto alberghieri per km2

21.00

n°/km2

2007

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti

586.00

(n°/ab)*100000

2007

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Posti letto totali per 100.000 abitanti

1023.00

(n°/ab)*100000

2007

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Numero di esercizi ricettivi complementari

9.00

n°

2007

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Numero di alberghi

8.00

n°

2007

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Posti letto alberghieri sul totale dei posti letto (%)

52.30

%

2008

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Numero posti letto alberghieri per km2

18.00

n°/km2

2008

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Posti letto alberghieri per 100.000 abitanti

500.00

(n°/ab)*100000

2008

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Posti letto totali per 100.000 abitanti

956.00

(n°/ab)*100000

2008

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Numero di esercizi ricettivi complementari

11.00

n°

2008

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Turismo

Numero di alberghi

9.00

n°

2008

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)

10.00

%

2001

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di fumatori(%)

25.00

%

2001

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Numero medio di stanze per residente

1.53

n° di stanze/residente

2001

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)

12.00

%

2002

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di fumatori(%)

26.30

%

2002

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)

16.50

%

2003

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di fumatori(%)

25.10

%

2003

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)

20.30

%

2005

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di fumatori(%)

23.40

%

2005

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)

22.50

%

2006

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di fumatori(%)

22.30

%

2006

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di famiglie dotate di condizionatore(%)

28.10

%

2007

ISTAT

Monza

Inquinamento Indoor

Nel corso degli ultimi anni la cosiddetta “Indoor Air Quality” (IAQ) è divenuta una delle principali problematiche ambientali, particolarmente nei grossi agglomerati urbani. Si definisce inquinamento indoor la presenza nell’aria di ambienti confinati di contaminanti fisici, chimici e biologici non presenti naturalmente nell’aria esterna di sistemi ecologici di elevata qualità. Il progresso tecnologico-industriale ha determinato un aumento quantitativo e una diversificazione delle sostanze presenti negli ambienti confinati con la conseguente variazione della qualità dell’aria interna. La composizione dell’atmosfera all’interno degli edifici è fondamentalmente la stessa che troviamo all’esterno ma cambiano le quantità e i tipi di contaminanti; agli inquinanti provenienti dall’esterno va infatti aggiunta tutta una serie di agenti inquinanti le cui fonti sono all’interno degli edifici. Le fonti principali di contaminanti indoor sono: i materiali da costruzione; gli impianti di riscaldamento, condizionamento e cottura dei cibi; gli arredi; i rivestimenti (pitture murali, vernici, pavimenti ecc.); prodotti per la manutenzione e la pulizia (detersivi, insetticidi ecc.).
Le differenti abitudini e attività svolte all’interno degli ambienti, unite alla natura privata delle abitazioni non rendono, però, attualmente possibile un monitoraggio standardizzato delle diverse realtà confinate. In aggiunta, si deve considerare che l’inquinamento indoor non è regolato da veri e propri riferimenti normativi. Di conseguenza non è facile individuare indicatori facilmente popolabili per ottenere una lettura d’insieme del fenomeno dell’inquinamento indoor, delle pressioni e dei relativi impatti sulla salute. Per questi motivi nelle varie edizioni del Rapporto abbiamo proposto un set di indicatori proxy, basati su informazioni di tipo socio-economico e sanitario, che possono essere di indirizzo rispetto al rischio di insorgenza di problemi relativi alla qualità dell’aria indoor.

Percentuale di fumatori(%)

21.80

%

2007

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Densità demografica (n° abitanti/km2)

2087.10

ab/km2

1995

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Brescia

Dati demografici

Popolazione residente (n° abitanti)

189258.00

ab

1995

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Superficie territoriale (km2)

90.68

km2

1995

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Densità demografica (n° abitanti/km2)

2079.83

ab/km2

1996

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Brescia

Dati demografici

Popolazione residente (n° abitanti)

188599.00

ab

1996

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Superficie territoriale (km2)

90.68

km2

1996

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Densità demografica (n° abitanti/km2)

2074.61

ab/km2

1997

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Brescia

Dati demografici

Popolazione residente (n° abitanti)

188126.00

ab

1997

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Superficie territoriale (km2)

90.68

km2

1997

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Densità demografica (n° abitanti/km2)

2074.61

ab/km2

1998

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Brescia

Dati demografici

Popolazione residente (n° abitanti)

188126.00

ab

1998

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Superficie territoriale (km2)

90.68

km2

1998

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Densità demografica (n° abitanti/km2)

2069.72

ab/km2

1999

Elaborazioni ISPRA su dati ISTAT

Brescia

Dati demografici

Popolazione residente (n° abitanti)

187682.00

ab

1999

ISTAT

Brescia

Dati demografici

Superficie territoriale (km2)

90.68

km2

1999

ISTAT